Joseph Beuys
Intervista
Opening: giovedì 30 novembre 2006 ore 19,00
Dal 1 Dicembre 2006 al 16 gennaio 2007.
L’artista deve vedere la propria opera come foto, un’immagine aperta non finita (Joseph Beuys)
Joseph Beuys (Krefeld 1922 – Dusseldorf 1986) e’ una figura fondamentale per l’arte contemporanea nella sua storia piu’ recente, cui la critica attribuisce un ruolo influente per lo sviluppo di movimenti artistici quali l’Arte Processuale, l’Arte Povera, e l’arte Concettuale. La sua multiforme azione artistica e intellettuale, la cui ampiezza viene generalmente riassunta nelle celebri dichiarazioni riconducibili ai temi della SozialePlastik secondo cui “Ogni uomo e’ artista”, e’ stata definita come una energia centrifuga e anti-tradizionale (Lucrezia Domizio Durini, 2001) che scorre all’interno dell’arte europea degli ultimi decenni, lasciandovi un’impronta indelebile.
La mostra consiste in una serie di 16 lavori fotografici, a firma del fotografo Ken Damy, scattati in occasione di un’intervista realizzata da Pierre Restany a Joseph Beuys nello studio dell’artista nel 1978-79. I lavori fotografici, inizialmente riconducibili ad un progetto editoriale per le Edizioni Faktotum, sono divenuti opere uniche e autonome, pubblicate sulla rivista Faktotum n.31 (Verona, ed. Faktotum, 1981).
Se Beuys e’ un personaggio dalla personalita’ poliedrica – artista ma al tempo stesso intellettuale carismatico, quasi vero sciamano – la sua opera assume le vesti di una pratica sperimentale, liberamente svolta fra scultura, installazione, azione e manifestazione politico – ideologica.
La fotografia, all’interno della produzione, costituisce il lavoro piu’ fortemente legato alla pratica effimera della performance. L’esposizione definisce appieno l’originalita’ della pratica beuysiana nell’uso dell’immagine: Beuys non fotografa ma si lascia fotografare in posa, […] per restituire una immagine di propaganda delle sue idee, accordando a questo materiale, tinto dell’oro del pensiero, una regalita’ di immagine (Lucrezia Domizio Durini, 2001). Il mezzo fotografico appare strumento fondamentale per mettere in atto la forza rivoluzionaria dell’arte di Joseph Beuys, che investe ogni aspetto della vita, sino a diventare azione collettiva e sociale: l’occhio della macchina partecipa attivamente alla costruzione dell’immagine per farsi prolungamento fisico del pensiero dell’artista, catturato in tutta la sua statura umana e intellettuale.
Le opere fotografiche in mostra evidenziano la forza carismatica della figura di Beuys e raccontano aspetti inediti del personaggio anche sotto il profilo piu’ strettamente umano.
Le fotografie in esposizione, attraverso l’alternanza di pose e di momenti immortalati nella semplicita’ e nell’immediatezza propria delle azioni Fluxus, contribuiscono alla costruzione del ritratto dell’artista demiurgo che, in contrapposizione al nichilismo postmodernista, si eleva a paradigma di uomo capace di plasmare, con il potere delle idee creative, politiche o ecologiche, il corso del presente e di influire sulla storia futura.